Questa potrebbe essere l'uscita dei ROTGOD più assurda fino ad ora: una suite lunga 26 minuti (divisa in sette capitoli) sulla vera storia della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, con alcuni dettagli "apocrifi" inerenti alla sua amante Maria Maddalena, i suoi sconosciuti poteri sessuali, e l'intero conflitto mediorientale.
Il mastermind dei ROTGOD, NOISE MANIAKK, dichiara:
«Nonostante la durata, mi sono divertito tantissimo a scrivere questa canzone, sia a livello musicale che testuale. Musicalmente, mi sono dato alla pazza gioia tra diversi riff e stili, da intro maideniane epiche passando per inni death/thrash dirompenti fino a lentoni doom dal sapore industrial/noise. A livello testuale, mi sono divertito a riscrivere la storia di Gesù con un tocco di humor malato, ma ad un livello più serio ho tirato qualche frecciata contro il governo israeliano per la sua gestione della questione palestinese (il presidente israeliano Netanyahu è menzionato un paio di volte) e ho ironizzato sulle guerre religiose in generale. C'è anche un minuscolo riferimento alle elezioni statunitensi del 2016, per chi riesce a beccarlo.
E per rendere il brano ancora più estremo nella sua pazzia, ho aggiunto un sacco di citazioni criptiche e "easter egg" di ogni tipo, in particolare nell'ambito "trash/vintage" (musica, film, spot TV e altra roba retro, sia italiana che straniera), insieme ad alcuni meme più conosciuti ai giorni nostri. Divertitevi a trovarli tutti! Il sito "Orrore a 33 giri" potrebbe esservi d'aiuto.»



JESUS CHRIST PORNOSTAR
Tipo: EP
Data d'uscita:
17 aprile 2022 (digitale)
17 aprile 2023 (prima edizione CD autoprodotta)
25 agosto 2024 (seconda edizione CD autoprodotta)
Formati: CD, Digitale
Lineup:
Noise Maniakk - scrittura, chitarre ritmiche e soliste, basso, voci soliste e cori
Ospiti:
Sinistro - chitarre aggiuntive
Er Magnotta 666 - batteria
Krost von Barbarie - voci aggiuntive (traccia 2)
Scritto in in quattro isterici giorni di agosto 2017.
Registrato a Belpasso e a Siracusa tra agosto 2018 e novembre 2019.
Non prodotto, de-mixato e smasterizzato da Noise Maniakk.
Copertina di Gore Occulto.
Il punto di vista di Noise Maniakk
Questo EP inizialmente non doveva esistere.
La suite "Jesus Christ pornostar" era stata originariamente pensata come traccia unica, in chiusura al Vol. I di "Sonic degeneracy"; nient'altro. Nel momento in cui però subentrò l'idea delle diverse versioni dell'album (quella CD ridotta, e quella digitale estesa con i due volumi completi), pensai sarebbe stato carino dare maggior visibilità a "Jesus Christ pornostar" presa singolarmente, rilasciandola come EP suddiviso per capitoli. L'idea di pubblicarla proprio il giorno di Pasqua, caldeggiandone l'uscita con diverse anteprime sibilline sui social, fu una trovata rischiosa ma che tuttavia si rivelò essere estremamente efficace: gli ascolti su Bandcamp andarono alle stelle, forse più che con qualsiasi release precedente, e proprio in quel periodo iniziarono ad aprirsi diverse nuove possibilità per il progetto Rotgod.
L'idea di "Jesus Christ pornostar" risale addirittura al 2013, cioè a quando avevo solo 15 anni e potevo ancora solo limitarmi a sognare di fare musica. Era primavera. Ricordo che in quel periodo io e un mio amico ci facevamo spesso le passeggiate al parco urbano di Belpasso, cantando a squarciagola le canzoni dei San Culamo (progetto demenziale storico nel campo della blasfemia italiana) e aspettando con ansia l'uscita del loro ridoppiaggio de "La passione di Cristo", sobriamente intitolato "La passione di Mannaggia". Era anche il periodo in cui ero ormai entrato pienamente in fissa con i Type O Negative, in particolar modo gli album "Slow, deep and hard" e "Bloody kisses", quest'ultimo contenente un noto brano dai tono suadenti e romantici quanto licenziosi e blasfemi, dal titolo "Christian woman". A tutto questo, ovviamente, si aggiunge la mia fissa (all'epoca già più che consolidata) per tutto il thrash metal più pestato e "riffoso": in quel periodo band come Sodom, Sepultura, Attomica, Dark Angel, Sadus, Destruction, Slayer, Assorted Heap, S.O.D., Deathrow, Vio-lence, Nuclear Assault, Testament, Exodus, Accuser, Carnivore, Tankard e Kreator erano già religione per me.
Ricordo distintamente che quel giorno avevo riascoltato per l'ennesima volta il capolavoro dei Dark Angel "Time does not heal": un oscuro, disturbante, allucinato viaggio psichico di (cito testualmente) "9 canzoni, 67 minuti, 246 riff". Non c'è da stupirsi che quindi il mio cervello avesse iniziato a vagare in posti strani, partorendo l'idea di "Jesus Christ pornostar" inizialmente quasi per gioco, ma tenendomela poi da parte in un angolo della testa in attesa di tempi propizi. Non avevo ancora idee musicali concrete (i riff che scrivevo all'epoca erano mediocrissimi e me ne stancavo subito), solo lo scheletro del concept: love story tra Gesù e la Maddalena; morte e resurrezione in chiave trash/pornografica; suite in più capitoli ipercomplessa e piena di riff con stile musicale eclettico e variabile a seconda del mood dei diversi capitoli. Stop. Tutto il resto sarebbe venuto dopo.
Quando avviai ufficialmente il progetto Rotgod nel 2015, l'idea di "Jesus Christ pornostar" (che all'epoca nella mia testa manteneva il working title piuttosto infantile e sconclusionato di "Jesus Christ blowjob") continuava a stuzzicarmi un bel po', al punto da includerla nella lista che stilai a inizio 2016 con tutte le canzoni che avevo ancora intenzione di scrivere per il primo demo Rotgod, progetto poi abortito in seguito al famoso "disastro dell'hard disk" nel quale andarono perse quasi tutte le canzoni che avevo già scritto costringendomi a ricominciare daccapo. In ogni caso, questa idea della "suite di Gesù" ce l'avevo sempre lì in un angolino della testa, ma ammetto che nutrivo anche un certo "timore reverenziale" verso di essa: temevo che la mia ispirazione e le mie doti di songwriting dell'epoca non fossero all'altezza di un concept così imponente e complesso, e per questo motivo continuavo a rimandarne la stesura a quando mi sarei sentito finalmente ispirato, confidente e con le idee del tutto chiare. Col senno di poi, è stata assolutamente la cosa più saggia che potessi fare: se mi fossi seduto prima a scrivere a tavolino, sarebbe uscito fuori qualcosa di senz'altro inferiore e tirato via rispetto al fiume in piena di idee che invece si è abbattuto di colpo sulla mia psiche malata durante l'estate 2017. Ero ormai agli sgoccioli nel processo di songwriting per quello che sarebbe diventato "Sonic degeneracy" (per il quale contavo di iniziare le registrazioni verso l'autunno), e fu allora che, in maniera oserei dire provvidenziale, il mio cervello iniziò a partorire a getto continuo idee e spunti infiniti inerenti a questa suite che sapevo di dover assolutamente mettere in pratica prima di dimenticarmene. Dopo aver scritto roba come "Salomé" (già essa un mix di diversi stili) e lo strumentale "After the impact (day 5)", sentivo di avere abbastanza dimestichezza e maturità nel songwriting da poter affrontare anche un pezzo così complesso. Così, in soli quattro giorni di inizio agosto, nei quali mi chiusi in casa riducendomi a invertire i miei ritmi sonno-veglia (sai che novità...) scrivendo perlopiù di notte e dormendo di giorno, scrissi tutta "Jesus Christ pornostar" dandomi alla pazza gioia tra infiniti riff e spunti testuali totalmente "fòri de capoccia".
Il concept della love story porno-necrofiliaca tra Gesù e la Maddalena che avevo immaginato nel 2013 venne mantenuto tale e quale, senza stravolgimenti, ma oltre a quello vennero introdotte anche delle altre idee altrettanto assurde, malate e al di là di ogni buon gusto. Riempii la suite di "easter egg" (sia musicali che testuali) di stampo trash, attingendo in particolare dagli infiniti media vintage che vengono ricaricati sul web dagli appassionati, salvandoli dall'oblio. Alcune reference sono estremamente ovvie, altre invece sono davvero ermetiche e difficili da scovare, e non andrò a distruggere la "mistica" del brano elencandole tutte qui, ma giusto per citare qualche esempio di reference abbastanza "oscure": "she has never tried Hooray", frase usata nel brano come doppio senso inerente alla Maddalena, fa riferimento a un grottesco spot di fine anni '80 per i wafer "Urrà" della Saiwa (in quel preciso istante, se ascoltate con attenzione, udirete pure la voce "provalo!" proveniente dallo spot originale); la cantilena "ehhhhh Maddalena!" che si sente all'inizio della traccia "Outro" è un omaggio alla parodia di "Macarena" fatta da Mister Max, cantante parodista siciliano di cui sono fan sfegatato fin da piccolo e a cui ho voluto dedicare quella piccola sezione, seguita da un "attenti al matto!" che invece può facilmente essere ricondotto alla hit di Pippo Franco "Chi chi chi co co co"; il "non mi ha fatto ridere" pronunciato dal vocal reader in fondo al brano è invece una citazione a "Eat the phikis" di Elio e le Storie Tese (disco nel corso del quale si sente la stessa frase in diversi punti, sempre pronunciata da un vocal reader, ma con il classico timbro vocale maschile di "Er Finestra" anziché quello femminile in stile "assistente Google" usato da me); infine, la sezione heavy/speed "allegra" alla fine di "Mourning (necrophiliac kleptonymphomania)" è un mashup di trashate musicali italiane ed estere tra cui "Faccia da pirla" di Charlie (nella sua versione remix "accelerata" tratta dall'album "Fottiti!" del 1994, che ben si prestava a un adattamento speed metal), "Ein zwei polizei" di Mo-Do (e vabbè, questa era facile...), la quale a un certo punto si intreccia pure a un lead che richiama la mitica "We are number one" dal cartone Lazy Town, che all'epoca era diventata per qualche ragione un meme di grande successo (ora che l'ho detto, attendo al varco la Polizia dei Meme di Stocazzo che mi accuserà del gravissimo e imperdonabile reato di utilizzare meme morti... su su, venite, non vi faccio niente, promesso). Ah, sappiate che un altro oscuro easter egg contenuto nella suite si trova anche nascosto da qualche parte nella copertina di "Polemics and obscenity"... e con questo, vi ho appena dato un altro indizio piuttosto difficile. Hmm-hmm.
E il titolo "Jesus Christ pornostar", invece? Beh, ora posso finalmente dirlo: l'ho scippato a una band industrial anni '90 che stavo ascoltando proprio in quel periodo, i Chemlab (andatevi a sentire la loro hit "Codeine glue and you", non potrete più farne a meno). So che anche i mitici Rupture, band hardcore/grind australiana di culto, avevano scritto un brano con lo stesso titolo, ma io all'epoca i Rupture non li conoscevo ancora quindi non è da loro che ho preso l'idea, mi spiace deludere i grindheadz a riguardo.
Tuttavia, vi starete ancora chiedendo: perché questo enorme gioco di citazioni ed easter egg demenziali? Che bisogno ce n'era, su un brano già così corposo di suo? Non so rispondere nemmeno io con precisione, semplicemente mi andava così. Potrei limitarmi a dirvi che durante quell'estate mi sentivo un po' nostalgico e malinconico, trovandomi in una specie di brutto trip internettiano attraverso il mondo massmediatico/nazionalpopolare di una volta, in particolare riscoprendo le chicche vintage che conoscevo casualmente grazie ai miei genitori, e nella suite c'erano numerosi spunti testuali che risultavano demenziali a sufficienza da poter essere collegati a delle specifiche reference provenienti da quel mondo. O credete che il "divino muscolo rosso d'amore" stia messo lì a caso? E la "cleptoninfomania necrofiliaca"?
Di stampo ben più serio sono le varie frecciate rivolte al governo israeliano (non a quello palestinese, come un recensore evidentemente troppo distratto ha scritto nelle sue cinque righe di disamina sbrigativa) per la sua politica espansionista e coloniale. All'epoca era un argomento meno centrale nel dibattito pubblico rispetto ad oggi, tuttavia io a quell'età avevo già acquisito quel minimo di coscienza sociale che bastava per guardare con disgusto la situazione di embargo nella quale i cittadini di Gaza si trovavano già da anni, ridotti alla fame e alla sete, nel nome di un conflitto che va avanti da quasi un secolo ma nel quale la malafede del movimento sionista risulta più che evidente fin dall'inizio (e a proposito di fondamentalismo religioso, ho dedicato una piccola frase al sionismo pure nel testo di "Terrorists", a dispetto delle sue tematiche apparentemente più anti-islamiche). Con questi presupposti, ed essendo ovviamente la storia di "Jesus Christ pornostar" ambientata proprio nella famigerata Terra Santa, non ho resistito ad inserire alcuni riferimenti più o meno evidenti al conflitto israelo-palestinese, con un plot twist finale sulle "vere origini" del conflitto che sa tanto di "buttiamola sul ridere per non piangere porcoddio".
Ai tempi in cui "Jesus Christ pornostar" fu scritta, il caro presidente israeliano Benjamin Netanyahu stava impunemente costruendo al di sopra di territori occupati nella West Bank, nonostante l'ONU avesse dichiarato illegali quegli insediamenti. Oggi la situazione ha raggiunto livelli di crudeltà incommentabili, ben oltre qualsiasi cosa potessi aspettarmi all'epoca; il che mi ha spinto, in tempi più recenti, a fare nel mio piccolo la mia parte (da occidentale privilegiato col culo al caldo, direbbe qualcuno in questo caso non troppo a torto) ristampando l'EP in formato fisico collegandolo a una raccolta fondi per l'organizzazione no profit MAP (Medical Aid for Palestinians). Molte copie sono ancora disponibili da acquistare su Bandcamp, quindi in caso vogliate contribuire sapete cosa fare.
La registrazione di "Jesus Christ pornostar" fu tra le parentesi più rocambolesche e grottesche dell'intera lavorazione di "Sonic degeneracy".
Le chitarre furono registrate nel settembre 2018 non a Belpasso come al solito, ma in una saletta a Siracusa, con Sinistro di Trinakria e Skeletal Gore (non ancora attivi all'epoca) che mi stava aiutando per le chitarre ritmiche di questa e altre canzoni come "Cult of fornication" e "How to be deep (pt. 1)" (difatti, se ascoltate bene tutte queste canzoni, noterete che hanno un suono di chitarra leggermente diverso dagli altri pezzi di "Sonic degeneracy", a causa della diversa acustica di quella sala). La situazione era totalmente caotica: sapevo che avremmo dovuto registrare tutte le chitarre per l'intera suite nel giro di un pomeriggio, altrimenti se fossimo tornati il giorno dopo e avessimo ripreso a registrare il suono non sarebbe mai stato lo stesso, e il cambiamento repentino nel bel mezzo del brano sarebbe risultato palese e fastidiosissimo (questo sempre per merito dei mezzi all'epoca rudimentali con cui affrontavo le registrazioni). Fu una forsennata corsa contro il tempo per azzeccare ogni singolo riff e fraseggio almeno una volta, nel mentre gli amici di Sinistro avevano inaspettatamente avvicinato, proponendo (con grande senso del contesto e rispetto del lavoro altrui, devo dire) di "fare qualcosa", "di farci un giro" eccetera. No comment. Terminammo le registrazioni che si era già fatta sera e andammo direttamente a cenare, con un malumore generale che aveva ormai guastato la serata (dopotutto era ragionevole aspettarsi che una mega-suite di 26 minuti fosse una cosa di cui potersi liberare nel giro di due orette, giusto?). Quelle registrazioni sono state talmente frettolose e raffazzonate che tuttora onestamente mi stupisco di quanto bene suoni il risultato finale, nettamente al di sopra delle mie previsioni iniziali.
Anche la batteria fu una corsa contro il tempo, con il mio amico batterista (il mitico Er Magnotta 666) che si sparò tutto il brano nell'arco di un fine settimana a settembre del 2019. Anche con la batteria, sempre a causa dell'equipment scadente, avevamo il problema dei microfoni che suonavano spesso diversi da una sessione all'altra in modo del tutto imprevedibile, e questo poneva dei problemi nella registrazione di un brano così lungo nell'arco di un solo giorno, tabella di marcia non compatibile con gli impegni del mio amico. Decidemmo di dividere la registrazione tra due pomeriggi di fila, sabato e domenica, pregando che mixer e microfoni fossero misericordiosi con noi mantenendo un suono più o meno coeso tra le due giornate, e usando il lungo intermezzo senza batteria di "Mourning" per separare le due sessioni. Per fortuna in quel caso l'equipment si comportò bene (sicuramente meglio di quanto si sarebbe comportato quello per le chitarre, se avessi fatto in quel caso la stessa cosa), e quelle registrazioni vennero fuori una bomba. Ne amo ogni dettaglio, ogni fill, il groove, il tocco, tutto indovinato. Tra l'altro, quelle furono le ultime registrazioni di batteria che feci per "Sonic degeneracy", che a quel punto era ormai quasi ultimato.
Il mix di "Jesus Christ pornostar", pur essendo stato uno dei più laboriosi per via dell'enorme mole di tracce presenti (con la RAM del mio vecchio Mac non esattamente all'altezza di gestire un progetto così pesante, laggando a non finire), è quello che credo sia venuto meglio in assoluto in tutto "Sonic degeneracy". Le chitarre per qualche motivo hanno una marcia in più rispetto a qualsiasi altro brano dell'album, essendo molto più sature e vivide, con molto meno fruscio di fondo, e spaziate molto meglio con la batteria (che poteva essere giusto un pelo più alta di volume, ma che comunque mi piace molto come suona, sicuramente più chiara e limpida che in molti altri brani).
Non è un caso che io abbia usato proprio "Jesus Christ pornostar" come riferimento da cui partire, quando ho iniziato a pensare a un upgrade dei suoni rotgodiani in vista delle registrazioni di "Polemics and obscenity" e "Raw is the law". La produzione di quegli EP non è altro che l'esaltazione e l'ulteriore miglioramento di tutto ciò che in "Jesus Christ pornostar" funzionava particolarmente bene rispetto ad altri miei brani. In generale, è l'unico mix di "Sonic degeneracy" di cui posso dire di sentirmi pienamente e positivamente fiero (nonostante le condizioni di partenza non ottimali, comuni a tutti gli altri brani), e sicuramente questa superiore qualità audio avrà influito sull'accoglienza più calorosa che l'EP ha ricevuto rispetto ad altre mie uscite del periodo.
Sono in molti in effetti a pensare che "Jesus Christ pornostar" sia il mio miglior lavoro, anche gente che di norma non digerisce le mie sonorità. La verità è che questa è di fatto l'unica release dei Rotgod a presentare concessioni nei confronti del pubblico metal più "generalista", con un minor coefficiente di sonorità puramente "underground" (che ritornano soltanto durante i picchi più estremi) e una maggior espressione del mio amore per la melodia di stampo maideniano, che ben si sposava con il mood finto-epico di questo brano in particolare (e che avrei poi sfogato nel mio side-project melodic black The Ineffable). Di fatto, l'idea di base che avevo fin dal 2013 per questa suite era quella di un giocoso medley di stili musicali a carattere quasi parodistico e meta-umoristico (molto nella vena di Elio e le Storie Tese, di cui ero già all'epoca grande fan), idea sulla base della quale sarei poi andato ad aggiungere tutti gli easter egg, le citazioni eccetera.
Nel corso del tempo, è capitato spesso che Rotgod venisse tacciata di essere una "meme band" o addirittura un progetto a carattere prettamente demenziale/parodistico come lo potrebbero essere i Nanowar of Steel. Naturalmente basta dare un ascolto alla mia discografia completa per mettere le cose meglio in prospettiva, ma è una percezione che ancora prevale in alcune fette di pubblico poco attento e dotato di scarsa conoscenza dell'underground degli anni '80. In realtà, "Jesus Christ pornostar" è effettivamente una delle pochissime volte in cui ho davvero fatto uso di un umorismo a carattere prettamente parodistico e "meta"/citazionistico. Tutto il resto dello humor che ho utilizzato in "Sonic degeneracy" e lavori successivi è pressoché sulla stessa lunghezza d'onda di quello delle vecchie band thrashcore/crossover/grindcore degli anni '80, e non ha nessuna velleità parodistica o di meta-commentary riconducibile alla moderna musica demenziale in stile Elio o Weird Al. Il meta-humor postmoderno, per quanto divertente da creare, è un ambito ormai talmente inflazionato ai giorni nostri (con qualsiasi zoomerino del cazzo che sui social può improvvisarsi "meme master" shitpostando puttanate nonsense scritte volutamente male) che dubito avrò voglia di farne ancora uso in futuro nella mia musica, a parte l'occasionale easter egg nascosta qua e là.
Tuttavia, a distanza di anni, resto affascinato da questo esperimento che mi ha portato grandi soddisfazioni e nel quale credo di aver impresso più cose di me di quanto avessi inizialmente pensato. All'età di 15 anni, quando ideai la storia di Gesù e della Maddalena, mi interessava soltanto creare qualcosa di blasfemo, osceno, oltraggioso, demenziale e consapevolmente stupido; tuttavia, un inconveniente della creatività (non importa quanto ironica e scanzonata essa possa essere) è che essa ci espone per chi siamo, nei nostri pattern e meccanismi psicologici sottostanti, più di quanto possiamo renderci conto durante il processo di ideazione.
Mi sono reso conto di cosa "Jesus Christ pornostar" significasse davvero per me, al di là delle varie trashate goliardiche e messaggi sociopolitici (questi ultimi tutto sommato abbastanza "on the nose" e pure banali nella loro critica alle guerre religiose), soltanto mentre la stavo registrando, nel 2018, quando avevo ormai passato i vent'anni. E onestamente, non fu una bella scoperta: ciò che trovai di me stesso tra le pieghe di questa suite non mi piacque per nulla. Non spiegherò altro: sta tutto scritto lì.
Voglio che invece riflettiate sul fatto che la storia si conclude con un apparente lieto fine (almeno per Gesù e la Maddalena, molto meno per i due popoli residenti da quelle parti!), eppure la suite si chiude con un arpeggio estremamente malinconico e dolceamaro. E se il lieto fine in realtà fosse meno lieto di quanto il testo lasci intendere? E se qualcosa fosse in realtà andato storto? E se qualcosa... andrà storto? E se...?
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