Chi è Noise Maniakk?




Vero nome: Federico
Data di nascita: 1 gennaio 1998 (sì, davvero!)
Luogo di nascita: Catania, Sicilia
Professione: Fancazzista, terrorista sonoro, porno-esibizionista, bestemmiatore olimpionico, perverso polimorfo, sadomasostronzo, puttano h24, traviatore di giovani menti, predatore seriale di feti abortiti, onlyfanser gratuito, offensore della pubblica decenza
Orientamento religioso: Dipreista anti-teista
Eroi personali: Julien Offray de La Mettrie, Marchese De Sade, Tom Angelripper, Peter Steele, Bruce Dickinson, Steve Harris, Lemmy Kilmister, Algy Ward, Evo (Warfare), Max Cavalera, GG Allin, Seth Putnam, S.B. Reder, Lori Bravo, David Lynch, Peter Tägtgren, Dan Swanö, Justin Broadrick, Trent Reznor, Al Jourgensen, Steve Albini, Wendy O. Williams, Siouxsie Sioux, Cosey Fanni Tutti, Avvofatto Andrea Diprè, Ceppaflex, Christian Ice, Mister Max, Elio, Caparezza, John Waters, Divine
Dischi che mi hanno cambiato la vita:
Mister Max - Super (2005)
Metallica - Kill 'em all (1983)
Iron Maiden - Brave new world (2000) / Powerslave (1984) / The number of the beast (1982)
Prophilax - Coito ergo sum (2008) / Vent'anni di analità (2010) / Il signore delle fogne (1993)
Venom - Welcome to hell (1981)
Sodom - In the sign of evil (1984) / Obsessed by cruelty (1986) / Persecution mania (1987) / Agent orange (1989) / M-16 (2001)
Type O Negative - Slow, deep and hard (1991) / Bloody kisses (1993)
Voivod - Killing technology (1987)
Vomitory - Blood rapture (2002)
Dissection - The somberlain (1993)
Godflesh - Streetcleaner (1989)
Sacramentary Abolishment - The distracting stone (1997) / Axis of Advance - Strike (2001)
Lymphatic Phlegm - Pathogenesis infest phlegmsepsia (2002) / Show-off cadavers: The anatomy of self display (2007)
Discografia completa:
Autospurghi Vol. 2 - Pure Fucking Autospurghi (compilation, 2020): MedjuGORE - I just saw the gayest guy on Earth (Anal Cunt cover)
Rotgod - Before the impact... (singolo, 2021)
Rotgod - Sybaritic metal (singolo, 2021)
Rotgod - Paranoid Superstitious Schizoids (singolo, 2021)
Rotgod - Organic machine (singolo, 2021)
Rotgod - Jesus Christ pornostar (EP, 2022)
The Ineffable - Defeated by Chaos (singolo, 2022)
Rotgod - Uncertain future (singolo, 2022)
Last Action & Friends 2: Return to the underground (compilation, 2022): Rotgod - Torn between two sides
The Ineffable / Lutto (split, 2023)
Fistful of Thrash - Vol. 2 (compilation, 2023): Rotgod - Uncertain future
Rotgod - Sonic degeneracy - A senseless selection from the insane complete work (full-length, 2023)
Rotgod - Hipster holocaust (singolo, 2023)
Rotgod - Sonic degeneracy - Vol. I: Cynical humanism (full-length, 2024)
Rotgod - Sonic degeneracy - Vol. II: Psychotic crescendo (full-length, 2024)
Rotgod - ROTGOD NOISE MASHUP (singolo, 2024)
Black Katharsis - Demo 2024 (demo, 2024)
Black Katharsis / Rotgod - Demo 2024 / Fragments of degeneracy (split/compilation, 2024)
Foetophile - A serbian demo (demo, 2024)
Rotgod - Polemics and obscenity - Part 1 (EP, 2024)
Rotgod - Polemics and obscenity - Part 2 (EP, 2024)
Rotgod - Polemics and obscenity - Part 1&2 (compilation, 2024)
Metallurg Music Compilation #5/2025 (compilation, 2025): Rotgod - Sado-death
Rotgod - Raw is the law (EP, 2025)
















Quattro chiacchiere con Mr. Noise
Se siete su questa pagina, che siate fan, hater o più probabilmente semplici osservatori curiosi, immagino sarete interessati a capire cosa possa avermi portato a fare la musica che faccio.
Non so nemmeno io se esiste una risposta univoca e definitiva: di sicuro, una cosa che ha contribuito in larga misura è stata la disgrazia di nascere in un luogo come la Sicilia, e andare a sviluppare gradualmente una insofferenza incontenibile per la gente che mi circonda e la cultura nella quale sono cresciuto. Quindi, a differenza di molte altre band metal siciliane che hanno saputo creare grande musica e grande arte proprio abbracciando la loro "sicilianità" e facendone un trademark personale (vedi Inchiuvatu), io non mi sono mai sentito capace di rivendicare sinceramente le mie radici geografiche, con le quali in realtà non ho mai sentito una reale connessione: al contrario, ho sempre avvertito un totale stridore con esse, con la tipica mentalità siciliana e italiana in generale, soprattutto meridionale. Le tradizioni vecchie di secoli, il folklore, le superstizioni, l'egemonia cattolica, il culto dei santi imperante, l'avversione a qualsiasi istituzione che non sia quella clericale, i vari perbenismi, doppiopesismi e pregiudizi arbitrari verso chiunque non si omologhi ai loro modelli di comportamento (ormai obsoleti per gran parte del mondo occidentale), e soprattutto il cosiddetto "calore meridionale" che in realtà è solo sinonimo di invadenza ed eccesso di confidenza con chi magari vorrebbe soltanto farsi i cazzi propri e non ha chiesto l'input di nessuno.
Insomma, proprio quelle presunte "qualità umane" che vengono solitamente lodate nelle popolazioni dell'Europa meridionale in confronto alla "freddezza", all'individualismo isolazionista e al "grigio istituzionalismo" di quelle nordiche, per me sono invece le qualità più disgustose e maggiormente degne di disprezzo e odio. Quindi sì: in primo luogo, Rotgod è un progetto fondato sull'odio e sull'insofferenza, emozioni da cui nel tempo è scaturito un bisogno incontenibile di sfogo e di auto-espressione, rivendicando la mia avversione e la mia "non appartenenza" a tutto questo.
In questo discorso si inserisce ovviamente il tema della religione, con la quale in particolare ho sempre avuto un pessimo rapporto. Già da piccolo l'idea di dovermi sottomettere a qualcosa che non potevo nemmeno vedere era abbastanza indisponente, e questo mi portava a oscillare quasi schizofrenicamente tra periodi di tentata devozione e periodi di assoluto rigetto e addirittura di sfida contro Dio. Però vabbè, a quell'età il tuo spirito critico non è ancora sviluppato, e quindi dai più o meno per scontato che quel Dio esista, ti piaccia o no. Poi però in adolescenza inizi a farti qualche domanda, e a renderti conto che ci sono un bel po' di cose che non tornano. È così che, tra i 12 e i 13 anni, sono rapidamente passato da cristiano ad agnostico e poi ad ateo.
Il passo veramente importante però è stato intorno ai 16-17 anni, età in cui raggiunsi il punto di non ritorno nell'assoluto rigetto nichilistico di qualsiasi ideale spirituale, trascendentale e sovrasensibile a favore del puro materialismo edonistico. A quel punto mi fu chiaro quale fosse stato il mio disagio, per tutto questo tempo: non semplicemente il dovermi sottomettere a un Dio invisibile, ma a QUALSIASI imperativo altrettanto astratto, intangibile ed empiricamente non testabile che si era sempre frapposto tra me e la mia natura cosiddetta più "bassa" e animalesca, solitamente svilita e stigmatizzata in favore di pipponi sull'"elevazione spirituale" che lasciavano francamente il tempo che trovavano. Tutto quel folklore, quelle superstizioni, quelle tradizioni e codici di comportamento restrittivi e standardizzati, quella "saggezza popolare" e quel "senso comune" che avevo sempre mal sopportato, andavano sempre in tandem con queste astrazioni spiritualiste ormai superate da metodi conoscitivi più rigorosi, accurati, efficienti e "terra terra".
Un'epifania a riguardo la ebbi guardando per la prima volta il film "L'avvocato del diavolo", con quello spettacolare monologo di Al Pacino nel ruolo di Satana, che evidenziava con assoluta chiarezza la sadica contraddizione tra istinti umani e dettami divini ("guarda ma non toccare, tocca ma non gustare, gusta ma non inghiottire"): una scena talmente potente che l'avrei poi citata nel testo del brano "The serpent's speech". Tempo dopo, iniziai a interessarmi agli scrittori illuministi più radicali e libertini: gente come Diderot e soprattutto La Mettrie, un ateo materialista che non si limitava però semplicemente ad asserire la natura interamente "fisica" dell'essere umano (come avevano già fatto altri suoi contemporanei tipo il barone d'Holbach), ma portava questa idea alla sua unica conclusione logicamente possibile, abbracciando il sensismo e l'edonismo come nostre tendenze naturali e inevitabili, mettendo addirittura in dubbio il concetto di "libero arbitrio" già in tempi non sospetti. Una visione estremamente cinica, senza dubbio, ma anche l'unica realmente verosimile alla luce delle nostre conoscenze attuali: la crisi del libero arbitrio, per dire, è un perno abbastanza problematico dell'odierna neuroscienza, su cui tanti studiosi continuano ad arrovellarsi.
Come dico nel testo di "Organic machine" (ispirato proprio al libro di La Mettrie "L'uomo macchina", che per quanto ne sappiamo potrebbe aver ispirato anche i Kraftwerk), La Mettrie giunse alla conclusione radicale che tanti all'epoca avevano sulla punta della lingua, ma che tuttavia avevano tutti paura di proferire, cercando di aggirarla con qualche acrobazia mentale per preservare almeno qualche rimasuglio di "morale tradizionale" e, quindi, rispettabilità sociale. Lui no: da persona senza filtri e senza vergogna, disse ciò che pensava, ciò che a quel punto era ormai ovvio dire, urlando "il re è nudo!" con un tono scanzonato, goliardico e quasi di sfida, e per questo pagò caro dovendo sfuggire a svariate persecuzioni in tutta Europa e venendo spesso derubricato a giullare da non prendere sul serio. Ma è questo il tipo di persone che stimo di più: quelle "senza vergogna", che non si pongono limiti in ciò che dicono e fanno. Penso ai film orripilanti di John Waters, al testo del brano "Senza limite" dei Violentor, o "Voci dall'oltrechiavica" dei Prophilax, o "You'll never tame me" di GG Allin, o il mio stesso brano "Sybaritic metal" ispirato a un altro colosso tutto italiano dell'edonismo e del cattivo gusto, il controverso "avvofatto" Andrea Diprè.
Si dice che La Mettrie sia morto di indigestione ingozzandosi a un banchetto: che sia una storia vera o solo una bufala inventata per metterlo ulteriormente in cattiva luce (e con lui, la sua filosofia godereccia), è in ogni caso una morte che posso rispettare più di tante altre. Come rispetterò anche la probabile futura dipartita dell'avvofatto Diprè per overdose di coca: una valida via di fuga al rimanere per sempre a fare il predicatore su TelePadania, circondato da luridi perbenisti di merda, o lo scopritore di talenti artistici inesistenti da riempire di complimenti e belle parole pur di spillargli soldi. Sì, alla convivenza con la stragrande maggioranza delle persone là fuori trovo sia onestamente meglio la morte: beh, l'avevo detto che Rotgod è un progetto fondato su odio e insofferenza.
Il mio rapporto con la musica è sempre stato particolare.
Cresciuto da mio padre con i Beatles (tributati/parodiati nella copertina di "Polemics and obscenity", che riprende il tema di "Revolver"), in realtà da piccolo tendevo ad essere abbastanza passivo nel mio approccio a qualsiasi artista o band. Inoltre, già in tarda infanzia tendevo ad essere abbastanza annoiato da tutta la spazzatura radiofonica che andava di moda tra i miei coetanei, ed ero oltremodo nauseato dall'approccio "usa e getta" che questi ultimi avevano verso le hit del momento, che nel giro di pochi mesi diventavano già "vecchie" e "superate" da tormentoni più recenti. Il problema è che all'epoca credevo che questo fosse tutto ciò che la musica avesse da offrire nel terzo millennio, essendo ancora troppo piccolo per esplorare per conto mio l'immenso sottobosco esistente al di là del mainstream.
Prima di scoprire il metal a 13 anni, l'unica musica che davvero mi appassionava era quella trash/demenziale/parodistica, ma naturalmente in quel caso l'interesse era principalmente testuale e la musica in sé rimaneva secondaria: che si trattasse di un geniale e ricercato brano inedito dalle tinte prog rock, o della rozza e sguaiata parodia del tormentone dance/pop del momento, per me era uguale finché mi faceva ridere. A sette anni mia nonna mi fece ascoltare una cassetta di Mister Max, mitico parodista siciliano, contenente le sue versioni in dialetto della "Gasolina" di Daddy Yankee e de "I bambini fanno ohh" di Povia: ricordo che mi sentii male dalle risate, e diventai presto un fan sfegatato. Passai così tutta la pre-adolescenza: ascoltando Mister Max e qualche altro artista demenziale/parodistico scoperto per caso su YouTube tipo i Gem Boy (nella loro era pre-Colorado ovviamente, quando ancora facevano ridere), oltre alle varie trashate di autori ignoti che ci si scambiava all'epoca con il bluetooth del cellulare, tipo la sboccatissima "Felicità" in calabrese, per non parlare delle varie perle di Sito Esaurito (che ho tributato nel mio brano "From the depths of Satania"). Più avanti, in adolescenza, mi sarei appassionato anche a band più "pesanti" come Prophilax e San Culamo, oltre ovviamente a nomi storici del genere demenziale come Elio e Skiantos.
Come scoprii il metal?
Anche qui, fu merito del web. Molti degli spazi che frequentavo/lurkavo all'epoca erano gremiti di utenti che inneggiavano continuamente al metal come il genere più figo e cazzuto del mondo. Beh, alla soglia dei 13 anni, con le prime turbe/incazzature adolescenziali in arrivo, suppongo mi fosse venuta la curiosità di approfondire e capire su cosa fosse basato tutto l'hype: provai così ad ascoltare su YouTube "Master of puppets" dei Metallica, e... cazzo, avevano ragione. Questa roba era davvero cazzuta. Di più: fu una folgorazione, una rivelazione per cui sembravo aver atteso tutta una vita. Ad aiutarmi in quel periodo fu pure un mio grande amico (il mitico batterista/co-produttore creditato come "Er Magnotta 666" nei dischi dei Rotgod) che mi passò tutto l'album "Kill 'em all", disco fondamentale per la mia formazione e per il mio avvicinamento al thrash e allo speed metal. Nel frattempo io andavo ad approfondire altri nomi storici come gli Iron Maiden: questi ultimi diventarono il mio amore più grande, fin dal momento in cui mio nonno (pace all'anima sua) mi prese un CD di "Brave new world". Da allora, per me iniziò la caccia per procurarmi tutti i dischi dei Maiden su cui riuscivo a mettere le mani. Solo pochi mesi dopo, a luglio 2011, ebbi il mio battesimo di fuoco con il mio primo concerto metal: il Big 4 a Milano. A parte ovviamente i Metallica, che all'epoca erano quelli con cui avevo più familiarità, rimasi estremamente colpito dagli Slayer, di cui conoscevo ancora solo le hit più importanti ma che misero su uno show cattivissimo e indimenticabile.
Da lì, fu solo questione di tempo prima di andare ad appesantire i miei ascolti: il punto di svolta fu scoprire i Venom e i Sodom, che furono la mia "gateway drug" nel metal marcio old school e nei sottogeneri più estremi che fino ad allora avevo ascoltato solo molto superficialmente e distrattamente, come il death metal, il black metal, il grind e soprattutto il thrash più grezzo e pestone. Fin da subito, mi fu chiaro che l'estremismo metal ottantiano nello stile di band come i Sodom fosse la mia dimensione più congeniale, possedendo una crudezza e una furia cieca che risuonavano perfettamente con il modo in cui mi sentivo (e mi sento tuttora) quotidianamente. Fu da lì che iniziò a prendere forma l'idea di fondare una mia band, e dare voce a quella furia che avevo accumulato io stesso nel corso degli anni.
Sì, il mio fu un percorso di "iniziazione" abbastanza convenzionale, molti miei coetanei potrebbero addirittura dire "da boomer"; in realtà, lo considero un percorso senz'altro migliore rispetto all'avvicinarsi al metal attraverso novità modaiole dell'ultima ora che col metal in realtà c'entrano come i cavoli a merenda, scoperte tramite TikTok o l'algoritmo di Spotify, con zero prospettiva storica sul genere. Il web 2.0 è un'enciclopedia di informazioni (ben più rispetto alla sua era 1.0, dove le nozioni erano molto più sparse e frammentarie), ma di questo al tipico ragazzo della generazione Z sembra non fregare più un cazzo, essendo privo di ogni curiosità e abituato all'algoritmo che fa tutto il lavoro di ricerca per lui dicendogli cosa ascoltare. Io posso dire di essermi immerso nei miei generi musicali preferiti con iniziativa, curiosità e un approccio di scoperta sistematico e ordinato, e di essermi per questo potuto fare nel corso del tempo un'idea precisa di cosa sia effettivamente il metal e di cosa invece viene soltanto spacciato per tale da discografici e giornalai musicali che usano questa definizione per qualsiasi cosa includa chitarroni pesanti e urla.
Attenzione: il mio non vuole essere un attacco (non sempre e indistintamente, almeno) a generi e gruppi che si distanziano dal paradigma metal ortodosso, bollandoli come "merda" per questa semplice ragione. Essere metal, di per sé, non è un attestato automatico di qualità, così come non esserlo non equivale di default a fare schifo. Esiste diversa musica che mi piace al di fuori del metal, e tra questa, perfino della musica che viene solitamente spacciata per metal pur non essendolo o essendolo solo in minima parte. La differenza è che io appunto sono consapevole di questa distinzione, avendo approfondito le radici storico-culturali dei generi musicali in questione, e avendole ormai ben distinte in testa rispetto a quelle dell'heavy metal, la cui formula va ben al di là del semplice aggiungere più distorsione/volume a una qualsiasi canzone rock. Per esempio, il "rumorismo" ravvisabile nel sound di una band come i Korn trae in realtà le sue radici dagli elementi noise/jazz/funk di band come Primus ed Helmet (questi ultimi in particolare provenienti dal roster Amphetamine Reptile, una delle etichette più importanti per il genere noise rock), non certo dallo shredding neoclassico di un Malmsteen, dal feroce lerciume metal/punk di Venom ed Hellhammer o dalle intricate trame proto-death metal di Slayer e Necrovore; l'unico flebile anello di congiunzione tra i Korn e il metal erano i Pantera e i Sepultura di "Chaos A.D.", ma cos'altro era in fondo il cosiddetto "groove metal" se non un appiattimento del sound thrash di Metallica, Slayer, Prong ed Exhorder su ritmiche e strutture radio-friendly che strizzavano già l'occhio al rock commerciale/alternativo dell'epoca? Gli stessi Pantera in effetti, su loro stessa ammissione, avevano pescato per primi nel sound degli Helmet, prima ancora che lo facessero i Korn; lo stesso vale per i Sepultura, che a quel punto stavano assorbendo una quantità sconfinata di influenze tra hardcore, industrial, noise rock e crossover/alternative, e nel successivo disco "Roots" avrebbero assimilato perfino il sound dei Korn stessi dopo essere stati loro a influenzarlo. Non mi sto opponendo alla sperimentazione e all'ibridazione, di cui ribadisco essere io stesso fan in molti casi; quello di cui sto discutendo adesso è di quanto l'alienazione del concetto di "metal" negli anni '90 sia stata enorme, e abbia prodotto una gigantesca amnesia collettiva sull'essenza degli anni '80 dalla quale ancora oggi non ci siamo ripresi. Nemmeno tra certi giovani che professano il verbo dell'old school senza averlo mai capito davvero, limitandosi ad ascoltare le band famose dell'epoca e non avendo idea delle numerose band meno fortunate che tuttavia hanno comunque avuto un peso fondamentale nell'underground di quegli anni, influenzando di riflesso pure quelle band diventate poi famose. Basta chiedere a un qualsiasi moderno ragazzino "OSDM" (sigla trendy per il termine "old school death metal") se ha mai sentito parlare di Death Strike o Necrovore per ricevere senza dubbio una risposta negativa, essendo troppo occupato ad ascoltare "Left hand path" o "The end complete" per la milionesima volta su Spotify, magari insieme a della monnezza groove/slam modaiola di matrice Maggot Stomp spacciata per "old school death". Ancora una volta, passiva sudditanza all'algoritmo social e zero iniziativa nella ricerca musicale.
Naturalmente, sul piano musicale, Rotgod è una reazione contro tutto questo: io non ho mai voluto proporre un revival pedissequo e standardizzato, limitandomi a spompinare quei soliti tre megaclassici thrash/death anni '80 che conosce pure mì nonna, in maniera impostata e imbellettata come richiesto dall'industria musicale metal moderna; né tantomeno ho mai voluto presentare la mia proposta come "old school" per poi cagar fuori delle canzonette da gruppo groove metal liceale che filtra il sound delle band anni '80 attraverso un prevedibile approccio panteriano/novantiano che appiattisce e livella tutto sulla "forma canzone rock radiofonica" di cui dicevo prima, eliminando ogni guizzo, ogni stortura, ogni idiosincrasia e ogni deviazione dalla norma che rende la musica estrema più interessante, caotica, imprevedibile.
Io provo un amore viscerale per l'underground anni '80 nella sua totalità, non soltanto per le poche band che ne sono emerse diventando grandi, famose e conosciute da ogni ascoltatore metal medio. Adoro l'estremismo sonoro metal/punk nella sua forma in assoluto più marcia, cruda, selvaggia, primitiva, sfrenata, squilibrata e caotica fino al puro nichilismo. Nelle discografie delle band death/thrash più famose, spesso e volentieri i miei album preferiti sono quelli più grezzi ed estremi. Non solo: tra i miei ascolti, figurano numerose band di culto o storicamente poco importanti che però io mi trovo a preferire a indiscutibili colossi del metal estremo quali Morbid Angel o Death (anch'essi pur sempre tra i miei gruppi preferiti, intendiamoci). Alla potenza perfettamente calibrata, calcolata e controllata preferisco il caos isterico, confuso e talvolta scoordinato di chi ti attacca con furia cieca, come un cane rabbioso sguinzagliato, senza lucidità e piena padronanza dei propri mezzi. Io mi fomento con il martellamento frenetico, vorticoso e parossistico di lavori come "Into the macabre" dei Necrodeath, "Obsessed by cruelty" dei Sodom, "Pleasure to kill" dei Kreator, "I.N.R.I." e "Rotting" dei Sarcófago, "Immortal force" dei Mutilator brasiliani, "Bride of insect" dei Nuclear Death, "Impulse to destroy" dei Blood, "Uh!?!" degli Incinerator, il demo "Omens of dark fate" dei Mutilator francesi; io adoro le chitarre marcissime e i riff super-affilati che stridono come rasoi sui timpani in "Main frame collapse" degli Schizo, "Endless pain" dei Kreator, "The awakening" dei Merciless, "Persecution mania" dei Sodom, "Eternal devastation" dei Destruction, "Shark attack" dei Wehrmacht, "Killing technology" dei Voivod, il demo "Protector of death" dei Protector; io sborro copiosamente ascoltando macinatori di drumkit come Peso dei Necrodeath, Carlo F. degli Schizo, Mick Harris dei Napalm Death, Jackhammer dei Mutilator francesi e Scott Peterson dei Cryptic Slaughter, dei quali preferisco lo stile di drumming più caotico, verace e selvaggio rispetto ai moderni blast-beat più "dritti" (stile Morbid Angel / Cannibal Corpse) diventati la norma negli anni '90; io mi emoziono e avverto risonanza quando un vocalist come Schmier o Ingo se ne esce con un inquietante acuto o ringhio che dà forma e significato alle parole "malattia" e "psicopatia"; ma soprattutto, io STRAVEDO per il taglio cazzone, punkettone, randomico e beffardo di certi vecchi lavori thrash, thrashcore, crossover e grindcore dalle tracklist pazzoidi e imprevedibili come "Speak english or die" degli S.O.D., "Old Lady Drivers" degli O.L.D., "Salomo says..." dei Chronical Diarrhoea, "Get what you deserve" e "Til death do us unite" dei Sodom, "Game over" dei Nuclear Assault, "Experience a new dimension of fear" dei Torment, i folli demo dei Necrobutcher brasiliani, i primi lavori dei D.R.I. o lo sconfinato debutto dei Cripple Bastards "Your lies in check". Tra parentesi, il fatto che tale attitudine cazzona e randomica sia ormai stata depurata dal metal estremo, relegata e confinata a band meme/gimmick di merda (solitamente appartenenti ai generi più "low effort" e orientati all'intrattenimento di bassa lega come lo slam o il groovy pornogrind, quindi musicalmente nulle), è un altro dei peggiori danni che gli anni '90 hanno fatto: è solo da allora che ci si aspetta che le band estreme, per essere prese come "serie" e legittime, debbano presentarsi quanto più sobrie, seriose, stoiche e impostate possibile, dimenticandosi delle radici in parte estremamente caciarone e influenzate dal punk che hanno contribuito a far nascere il genere negli anni '80 (fin dai tempi dei Venom, proseguendo poi con l'era thrashcore/crossover/grind), tant'è che proprio negli anni '90 disconi metal/punk old school come "Get what you deserve" dei Sodom, "Latex cult" degli Impaled Nazarene e "Shitfun" degli Autopsy vennero ingiustamente stroncati e derisi. Tuttavia, per me la seriosità e lo stoicismo risultano spesso noiosi, e percepisco invece più follia e vitalità in quei vecchi dischi che continuano a influenzarmi, coerentemente con il mio originario background "demenziale" e la mia dedizione alla dissacrazione scanzonata e irriverente nello stile di La Mettrie (il quale, parlando proprio di stoicismo, scrisse un bel libricino dal titolo "L'anti-Seneca").
Queste sono le mie radici, queste sono le mie ispirazioni: se avete letto con attenzione l'ultimo paragrafo, avete ora la chiave di lettura di qualsiasi release che ho pubblicato a nome Rotgod, e del perché non suona come un disco delle Nervosa o dei Destruction odierni. Il retro-metal d'intrattenimento e da timbro del cartellino, addomesticato e ben prodotto, non mi interessa: io ho una perenne, inesauribile foga che mi spinge verso il marciume, l'estremismo, il rumorismo, il caos. Piccoli dettagli come le urla scoordinate ma incazzatissime sui brani dei Mutilator brasiliani (indimenticabile il malpronunciato ritornello "BUCHA!", nel brano "Butcher"), i fill caotici di Igor Cavalera su "Morbid visions" dei Sepultura che fanno pensare a una momentanea perdita di controllo da parte sua (mentre in realtà poi, da grande batterista quale già era, atterra sempre "in piedi"), o i piatti della batteria che creano un caos incomprensibile e disorientante nelle parti veloci di "Scum" dei Napalm Death, restituiscono la percezione di una furia più genuina, fuori controllo, squilibrata e perciò autenticamente "pericolosa". Questa "imperfezione" è parte integrante della mia visione, spesso già a partire dalla fase di scrittura dei brani: non la vedo come un difetto da evitare, ma come parte integrante di ciò che voglio comunicare, del caos insano, distruttivo, psicolabile e senza forma che per qualche motivo ho sempre sentito il bisogno di esternare. Rotgod per me non è un semplice "tributo" revivalistico dell'old school, per quanto l'aspetto reverenziale nei confronti di quei vecchi dischi sia ovviamente fondamentale: non sto meramente tributando quelle sonorità, le sto semmai recuperando nella loro forma per me ottimale (bypassando perciò gran parte delle "innovazioni" degli ultimi decenni, e degli standard oggi imposti dall'industria musicale anche sui gruppi retro) con la finalità di imbrigliarle in una mia precisa visione, e usarle per esprimere ciò che con le parole non sarei mai capace di dire, o che se dicessi a voce passerei conseguenze serie.
Nel 2015, ai tempi della scrittura della mia prima canzone ("Denial of nature"), avevo 17 anni ed ero esattamente nel pieno di quel rigetto di ogni morale trascendente di cui parlavo prima, ma iniziavo anche a fiutare una minaccia sia ideologica che addirittura esistenziale. Questa sensazione si è riversata nella scrittura dell'album "Sonic degeneracy", e nel mentre ero intento a lavorarci sopra, i miei timori sono andati via via a concretizzarsi: mentre io demolivo e mi lasciavo alle spalle ogni valore ancestrale, in mezzo al sentire comune si andava a diffondere una nostalgia via via più forte proprio verso quegli stessi valori; cosa più preoccupante, non solo tra le fette più anziane della popolazione, ma addirittura quelle più giovani, financo i miei stessi coetanei e ancor di più le persone nate dopo di me. Nel corso di questo decennio, vedere la generazione Z (di cui ormai mi vergogno di far parte) rivalutare le religioni dopo un periodo di diffusione generale dell'ateismo (in particolare tra i millennials), condannare sempre di più l'edonismo e dare per scontate le libertà che abbiamo conquistato negli ultimi secoli, inventare e diffondere teorie del complotto assurde alla stregua di un qualsiasi boomer poco sveglio, abbandonarsi a tarocchi, astrologia e superstizioni new age ridicole che manco i nostri nonni (l'unica differenza è che noi i cartomanti li cerchiamo su TikTok...), rimpiangere le epoche storiche più misere e liberticide (o in alternativa, sognare utopie zuccherose dai contorni fin troppo vaghi e confusi, quindi irrilevanti al fine di un reale progresso sociale), creare un clima sempre più polarizzato caratterizzato da un'attitudine forcaiola basata sulla giustizia sommaria e sul processo alle intenzioni nei confronti dei propri avversari... tutto questo, è stato davvero demotivante, portandomi negli anni a sentirmi sempre più sfiduciato anche verso la mia generazione, nella quale un tempo riponevo le speranze.
Il "futuro incerto" di cui parlavo nel brano omonimo si è trasformato in uno squallido presente. La mentalità ancestrale che avevo già odiato nella mia terra fin dall'infanzia, la mentalità dell'Italietta retrograda e bigotta da cui tutti volevano evadere, è adesso diventata la moda imperante tra le nuove generazioni. Essere privi di spirito critico e pensiero logico, inclini all'indignazione facile, bacchettoni e simpatizzanti verso svariate possibili forme di autoritarismo, è la nuova idea di "cool". Quello che in "Sonic degeneracy" profilavo solo come un avvertimento, è adesso la realtà: la minaccia esistenziale che avevo temuto è arrivata, e mi tocca conviverci a fatica ogni giorno della mia vita, con la musica come unica catarsi. Rotgod, come ho detto all'inizio, è sempre stato un progetto basato su odio e insofferenza... e considerando il modo in cui le cose sono cambiate da "Sonic degeneracy", posso stare certo (e potete starne anche voi) che adesso avrò il triplo dell'odio da esternare rispetto a quando scrissi i miei primi brani, una decade fa, quand'ero solo un ragazzino stronzetto e impertinente.
Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio per l'attenzione, qualità sempre più rara nell'epoca dello "short form content". Questo probabilmente significa che o eravate davvero curiosi di saperne di più, oppure siete malati mentalmente almeno quanto il sottoscritto... e di questo non posso che godere immensamente.
SUPPORTATE IL METAL/PUNK OLD SCHOOL!
SUPPORTATE OBSOLETE (USA), DEMONIAC (CHILE), SACRAL RAGE, CONCRETE WINDS, MORGAL, BLASPHAMAGOATACHRIST, VULTURES VENGEANCE, BÜTCHER, DEVIL MASTER, MISCREANCE, ICE WAR, REEK MINDS, MODORRA, PHARMACIST, HUMANITY ECLIPSE, ERASER, ABATUAR, DESECRESY, ORBYSSMAL, IMPERIUM (OHIO), TRENCHANT, PESTILENTOR, CONDEMNER (TEXAS), ANCIENT DEATH, ABHORRATION (NOR), MENSTRUAL VAMPIRES, MEPHITIC CORPSE, FILTHDIGGER, BASTARD PRIEST, IN APHELION, GRANDEUR, HELLRIPPER, BLOODY VENGEANCE (GER), VIOLENTOR, NEROCAPRA, THE KRUSHERS, SATANIC RIPPER, TELLURIC NECRO-PARASITES, BUNKER 66, DETHRONER (ITA), DUSKVOID, BLOOD OFFER, DEATHFUCKER, HELLCRASH, EXTIRPATION, BARBARIAN, RE-TURDS, DUKOV, SPASTICUS, DESTRYPSE...
...E OVVIAMENTE ROTGOD!




DEATH/THRASH/CORE marcio, veloce e old school SOLO PER VERI NOISE MANIAKKS!
Andatevi a sentire anche: Eraser, Duskvoid, Spasticus, The Krushers, Dukov, Humanity Eclipse, Lutto, Dethroner, Destrypse, Raping Life